Jean-Luc Fau, con la moglie
Emmanuelle, è il titolare a Rodez, capitale della regione dell'Aveyron, a metà strada tra Tolosa e Clermont-Ferrant, di un ristorante,
Goûts et couleurs, che nei due nomi che ne compongono l'insegna denuncia l'altra vocazione del patron: la pittura. Gusti e colori li possiamo infatti ritrovare in un piatto ma anche in un quadro, il passo non è poi chilometrico e nemmeno illogico.
Jean-Luc è un ottimo cuoco, creativo e sognatore, un uomo di cultura capace di alternare mestoli e pennelli. Nato a Nayrac, un paesino tra Laguiole e Rodez, a Tolosa si è laureato in sociologia, frequentando contemporaneamente i più svariati
ateliers di pittura e disegno. A 27 anni espone per la prima volta, ma non è a suo agio. Sente se stesso e il suo talento come fossero finiti in un vicolo cieco. Tenta di svoltare, si iscrive vicino Marsiglia a un corso professionale di cucina, fa gavetta in 3 locali di Parigi, continua a dipingere, va per uno stage da
Michel Bras che nell'88 gli chiede se vuole lavorare con lui. Risposta negativa. Sicuro del fatto suo, un po' cuoco e un po' pittore, nell'89 apre il suo primo Goûts et couleurs, piccolo e spartano.
I piatti piacciono, gli affari girano, tempo 2 anni cambia sede, più grande e accogliente, ma certo non sfarzosamente francese. Gusti e colori è il luogo della gola di una persona dotata di estro e senso artistico, di un uomo schivo e ironico, bravo nel far coesistere nella sua mente due luoghi, uno a tutto fuochi e l'altro a tutto pennelli, senza che uno penalizzi l'altro. Che buona la Scaloppa di foie gras, le Verdure
en textures, la Ventresca di tonno, il Piccione alla nocciola, il Rognone di vitello cotto nel suo grasso. Assolutamente da navigare il suo secondo sito,
www.fau-et-usage-de-fau.com, con Jean-Luc che gioca sulla pronuncia del suo cognome, qualcosa come "il falso e l'uso del falso". Quadri e piatti sono infatti immagini, non oggetti reali.